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14/5/2016 - Batteria Sony VGP-BPS8

Messo sul banco di prova, MSI GE72 2QE ha presentato dei risultati notevoli, sebbene non miracolosi. Il punteggio del test Futuremark Fire Strike 1.1 ha raggiunto quota 4896, con una media punteggio superiore al 36% di tutti i test e ben il 50% più potente della media dei portatili da gaming della scorsa generazione.
MSI indica il supporto alla tecnologia 4K attraverso la porta HDMI del computer (il monitor integrato da 17 pollici si ferma a 1080p con tecnologia FHD anti glare), una caratteristica che abbiamo potuto verificare ma che è difficilmente applicabile al gaming. Secondo Futuremark un PC da gaming 4K dovrebbe presentare un valore pari al 300% di quello registrato dal benchmark di questo laptop: ancora una volta, il gaming 4K appare piuttosto lontano.

Il punteggio del GE72 2QE, tuttavia, è sufficiente per consentirvi di riprodurre in 1080p tutti i giochi di ultima generazione a livello medio/alto (alla prova con Arkham Knight il portatile se ne esce egregiamente con una media di 62fps a dettaglio medio, un risultato soddisfacente considerando la pessima ottimizzazione di questo gioco). Su The Witcher 3 il gioco supera i 30fps a livello alto, presentando tuttavia una media di 59 fps a livello medio.

La potenza di calcolo dei chip continua a crescere, anche se la legge di Moore va interpretata con una certa elasticità: Intel spiega che i processori Core di sesta generazione, basati sulla nuova microarchitettura Skylake offrono prestazioni fino a 2,5 volte superiori, il triplo di durata della batteria e una grafica 30 volte migliore rispetto a un tipico computer di cinque anni fa. Secondo la teoria elaborata da Moore - che di Intel è il cofondatore - la potenza di calcolo dei chip raddoppia ogni 18 mesi. Non è più così, oggi ci si avvicina a ritmi di due anni, due anni e mezzo , ma in compenso non contano soltanto le prestazioni pure: a fare la differenza è anche il processore grafico, adoperato per i videogame, l’interfaccia, i programmi di chat video, ma anche per applicazioni come Hello, appunto, oppure RealSense, che permette di creare in tempo reale rappresentazioni in 3D a partire da persone e oggetti concreti. A cosa serve? Nella demo dell’Ifa di Berlino, ad esempio, a dare al personaggio di un videogioco il volto e le fattezze di uno dei presentatori, e farlo interagire con uno spazio virtuale, ma Intel sta lavorando con Google al Project Tango , un’innovativa interfaccia in 3D per smartphone e tablet.

A dispetto del calo di vendite dei pc in tutto il mondo , Intel mostra un certo ottimismo, confortato dai dati: più di 500 milioni di computer attualmente in uso hanno tra i quattro e i cinque anni di vita o sono ancora più vecchi. Si avviano lentamente, le loro batterie non durano a lungo e non sono in grado di trarre vantaggio da tutte le nuove funzioni oggi disponibili. “I nostri processori Core di sesta generazione offrono il più significativo avanzamento nel computing a cui abbiamo assistito finora”, dichiara Skaugen. “Sono più reattivi che mai, con prestazioni, durata della batteria e sicurezza ottimizzate. La combinazione dei processori Intel Core di sesta generazione, di Windows 10 e dei nuovi sistemi messi a disposizione dai produttori di PC rendono questo il momento migliore per acquistare un nuovo computer”.

Ce ne sono parecchi, di nuovi computer, in mostra allo stand: spunta in anteprima perfino un modello Lenovo che pare ispirato molto da vicino al Surface di Microsoft. Ma il computer come lo abbiamo visto fino a qualche anno fra è praticamente scomparso: rimane ancora qualche modello desktop, per professionisti del video o giocatori appassionati, ma da oggi sarà possibile montare in un portatile anche il più potente dei processori Intel, lo Xeon, finora destinato a server e workstation. Per il resto, è tutto un moltiplicarsi di ibridi, laptop pieghevoli, portatili che si trasformano in tablet, mentre il pc di casa diventa una scatoletta di pochi centimetri di lato o addirittura una specie di grossa chiavetta Usb, senza rinunciare però alla compatibilità con Windows 10. Per non lasciare scoperta nessuna nicchia di mercato, Intel lancia i nuovi processori Core M3, M5 e M7 per computer ultraportatili (con ogni probabilità finiranno anche nel prossimoMacBook di Apple), ma non dimentica l’Internet delle cose, gli oggetti intelligenti e connessi che si annunciano come uno dei nuovi campi di conquista dell’informatica; per questo c’è un piccolissimo chip, chiamato Curie.

E, a proposito di nicchie, arriva oggi anche l’annuncio della disponibilità europea di Basis Peak, l’orologio intelligente per il fitness, che monitora anche il sonno, il sudore, e la frequenza cardiaca 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Ha una batteria che dura 4 giorni, si può usare anche per nuotare e costa 229 euro. Arriva insieme a un accordo con Runtastic, una delle piattaforme più diffuse per il fitness, e la buona notizia è che è compatibile sia con Android che con iPhone.

Intel immagina un futuro senza cavi: il monitor si potrà collegare in wireless al computer, la batteria si ricaricherà appoggiando il tablet su una basetta. Sono tecnologie in via di sperimentazione da qualche anno, ma per ora non si possono definire esattamente popolari, anche se nel catalogo di Ikea si trovano già comodini e tavolini da notte con ricarica wireless integrata. Uno dei drammi tecnologici di questi anni è che i processori diventano sempre più veloci e potenti, consumano anche meno, ma nel campo delle batterie i progressi non sono altrettanto rilevanti, e così in tutta l’Ifa, che pure è la più grande fiera dell’elettronica di consumo in Europa, giornalisti e pubblico vagano alla ricerca di prese di corrente o litigano con cavi e batterie esterne.
Al giorno d'oggi i confini tra notebook, tablet e PC all-in-one sono sempre più labili. Al punto che questo Aspire Z3-700, presentato dall'azienda in occasione dell'evento Windows 10 di Taipei, non si capisce bene a che categoria appartenga. È più grande di un tablet perchè ha un display Full HD da 17,3'', ma al tempo stesso è touch su 10 punti, ha una stilo integrata sul modello di Surface e ha una batteria che gli consente di lavorare per 5 ore in assenza di alimentazione da rete elettrica.

Secondo le intenzioni dell'azienda, è pensato come PC per la casa o l'ufficio, un all-in-one tipo l'iMac di Apple ma più piccolo, con stand posteriore reclinabile e facilmente spostabile da una stanza all'altra: quando si trova nella sua postazione principale viene usato con mouse e tastiera, quando lo si porta altrove per condividere un lavoro o mostrare un video, si sfrutta il display touchscreen. Possibile, ovviamente anche l'impiego fuori casa, nonostante i 2 Kg di peso lo rendano più adatto a un posizionamento semi fisso.

A livello tecnico, la comunicazione di Acer non dice molto: display da 17,3'' Full HD, come processori un SoC Pentium N3700 o un Celeron N3150, fino a 8 GB di RAM e SSD fino a 256 GB o HDD fino a 500 GB. Anche in questo caso, al pari dell'Aspire R14, il prodotto arriverà da noi a fine anno con un prezzo di listino a partire da 649 euro.Vi ricordate dello Oukitel K10000? Se per voi l'autonomia operativa è tra le caratteristiche cruciali per uno smartphone ve ne ricordate sicuramente, perché il dispositivo cinese integra una batteria da 10.000 mAh che garantisce fino a 70 ore in conversazione, ovvero 33 giorni di stand-by su rete 4G, che salgono a 55 in 3G e 77 in 2G ma che, in determinate situazioni, potrebbe rimanere operativo anche dai 10 ai 15 giorni.

La batteria inoltre si ricarica del 70% in 38 minuti e, grazie alla porta USB OTG, può ricaricare un dispositivo esterno: Secondo il produttore dopo aver ricaricato ben 3 iPhone 6s Plus, allo Oukitel K10000 resterebbe ancora il 10% di batteria. Niente male eh? Bene, se lo stavate aspettando sappiate che da domani sarà finalmente prenotabile.Il cambiamento più grande tra Surface 3 e i precedenti sistemi Surface 2 e Surface RT è ovviamente legato all’architettura: da un processore di tipo ARM si è passati ad un processore x86, e questo permette ovviamente di installare e di far girare tutti i programmi che girano abitualmente sotto Windows. Se Surface Pro 3 può essere considerato una sorta di “Ultrabook” nel form factor di un tablet (ma con tastiera), Surface 3 può essere invece descritto come un netbook di lusso in salsa tablet. Di lusso perché Microsoft non si è risparmiata in nulla e ha apportato tante piccole migliorie ereditate proprio dal modello superiore: lo schermo ad esempio ha una diagonale leggermente superiore, 10.8”, e un rapporto di forma 3:2 più adatto alla produttività, lo chassis ha l’aggancio magnetico per la tastiera e il peso scende dai 675 grammi del Surface 2 a 622 grammi. Surface 3, inoltre, è compatibile con la penna che ha reso celebre il modello “pro”, anche se questa penna non viene data in dotazione così come non viene data la tastiera, anche lei opzionale.

Microsoft ha curato davvero nei più piccoli dettagli la costruzione di Surface 3: quasi invisibili, ai lati dello schermo, sono stati ricavati i due piccoli speaker stereo frontali (modesta la qualità) mentre sul lato, perfettamente integrati nello spigolo inclinato, troviamo jack per le cuffie, una mini DisplayPort, una USB 3.0 di dimensioni standard e una micro USB da usare come porta per la ricarica.

Sulla scelta di utilizzare la porta USB al posto del connettore magnetico usato sugli altri Surface vogliamo essere un po’ critici: se da un lato è decisamente pratico perché permette di ricaricare il tablet con battery pack e caricatori universali, dall’altro è lentissimo. Il caricatore in dotazione da 13 watt richiede comunque parecchie ore per portare il tablet al 100%, e non è possibile adottare un caricatore più veloce per i limiti della porta. Rispetto ad un portatile analogo con caricatore esterno classico Surface 3 è almeno 2 volte più lento, così come è più lento di altri tablet consumer dotati però di una batteria un po’ più piccola.
La scelta dell’USB poteva anche starci, ma doveva essere USB Type-C.

Microsoft ha migliorato anche le due fotocamere presenti sul Surface: quella posteriore da 8 megapixel offre fotografie più che dignitose così come quella frontale da 4 megapixel (2304 x 1536). In un tablet riteniamo comunque più utile la frontale della posteriore.Sul fondo, per concludere, c’è l’aggancio magnetico per la tastiera: l’aggancio è lo stesso del Surface Pro 3 ma ovviamente la tastiera è diversa essendo diversa la dimensione dello schermo.

Microsoft non offre in dotazione con il Surface 3 la tastiera, che va acquistata a 154 euro. Un costo non da poco, anche se va detto che siamo di fronte ad una ottima tastiera retroilluminata dotata di touchpad che funziona anche come cover. Digitare con la tastiera, nonostante le dimensioni dei tasti, restituisce un buon feeling: a chi piace sentire il “clack” del tasto meccanico la tastiera restituisce un discreto feedback limitando gli errori di battitura. Sicuramente scrivere sulla tastiera esterna permette una velocità di digitazione superiore rispetto alla scrittura con il touch, ma non siamo riusciti in queste settimane di prova a raggiungere le stesse velocità che raggiungiamo con la tastiera di un notebook da 13”. In ogni caso, ebbe si possano usare anche tastiere bluetooth e tastiere USB, riteniamo indispensabile l’acquisto di questa tastiera custodia anche nell’ottica del tipo di utilizzo previsto da Microsoft per questo tablet: chi non ha intenzione di usarlo almeno per il 50% del tempo con la tastiera fa meglio a prendere un iPad: risparmia e compra un prodotto sicuramente più adatto a lui.


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